Dott. Marco Schneider
Psicologo e Psicoterapeuta

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La fatica di Salvatore

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“Salve dottore,
ho un serio problema: litigo sempre con mia moglie per causa dei miei genitori che hanno poco tatto. Sono arrivato anche a dire basta. Io li conosco, e anche se sbagliano ci passo sopra, ma per mia moglie non è lo stesso.
Dopo numerose liti con i miei, siamo arrivati a litigare anche noi, per tutto ed esageratamente.
Ma io non volevo arrivare a questo, sapevo che altrimenti rischiavo di distruggere il mio matrimonio.

Ora mia moglie non vuole più saperne dei miei genitori, e non vuole fargli più vedere mio figlio.sch1Io ogni giorno sono sempre più triste all’idea di non poter parlare più con i miei genitori e non condividere con loro la crescita di mio figlio.
Oltretutto mio fratello si sposa ad agosto e mia moglie non vuole andarci.
Mi ha detto ‘è tuo fratello e ci vai da solo’. Perché lei non vuole vedere nessuno dei miei.
Cosa faccio?
La prego mi aiuti, sono in serie difficoltà a trovare una soluzione”.

Grazie, Salvatore.

La risposta del Dott. Schneider:

Buongiorno Salvatore,
ho letto la mail che mi ha inviato che ben testimonia la sua fatica di essere in mezzo a due affetti (quello per i suoi genitori e quello per sua moglie) che non riescono oggi a trovare un modo positivo di relazionarsi.

sch2La sua è una situazione abbastanza comune, vissuta purtroppo da molte persone.
Ciò accade perché quando ci sposiamo (o costruiamo una relazione significativa con un’altra persona) noi ricerchiamo in parte la continuità sul piano relazionale con la cultura, le tradizioni e gli usi della nostra famiglia di origine, e in parte ne ricerchiamo la distanza, la differenza.
Questo aspetto assolutamente normale è anche corretto nella sua funzione di evoluzione: è aspirazione di ognuno di noi infatti portare avanti una tradizione familiare, “coltivare le nostre radici”, ma allo stesso tempo anche differenziarcene, trovando alla fine la nostra strada e la nostra giusta “dimensione” psicologica.
Questa operazione però può in talune situazioni tramutarsi in un problema, in quanto se gli aspetti di differenza tra chi abbiamo sposato e chi ci ha generato diventano inconciliabili, allora tutto si complica e la sofferenza per noi può diventare anche molto acuta.
Accade poi spesso che a farci le spese oltre a noi siano anche i nostri figli, che a più livelli sono esposti ad un conflitto acceso tra parenti, e con i quali è reso loro spesso molto difficile mantenere una relazione stabile, affidabile e duratura.

Va detto che se le relazioni precedenti erano positive e se le varie persone (prese al netto del conflitto) si relazionano positivamente con i bambini, privare questi ultimi della frequentazione di alcune figure significative della famiglia a causa di un conflitto tra adulti non è certamente positivo.
I bambini devono poter crescere in un ambiente familiare privo di vincoli rispetto alle frequentazioni e capace di affrontare in modo costruttivo i conflitti senza giungere a delle fratture così dolorose.
Altro sarebbe se i bambini mostrassero segni di sofferenza nel frequentare alcuni parenti o se essi si dimostrassero poco adeguati nel mantenere un sano rapporto con loro (nel qual caso le cose andrebbero valutate in modo diverso).
Ma non mi pare da quanto mi dice questa la situazione.

Allora che fare?sch3

Tenga presente che, e ciò vale sempre, il nostro primo compito come individui inseriti in una realtà socializzata (come una famiglia ma anche un luogo di lavoro, un gruppo sportivo, ecc..) è sempre quello di farci promotori del dialogo e della concordia.
Dobbiamo in altre parole sempre cercare di parlare con tutti, di far vedere i diversi punti di vista e le differenti sensibilità a chi fatica a vederle, trovare ad ogni costo un compromesso ed un accordo, anche se “forzato”.
La via dell’accordo e del compromesso è assolutamente quella che dobbiamo perseguire a tutti i costi.
Ciò detto, quando un accordo non è proprio possibile raggiungerlo, nell’ambito familiare è al nostro partner che primariamente dobbiamo dare attenzione ed ascolto.
Ed è dalla sua parte che dobbiamo imparare a stare.
A prescindere quindi dalle ragioni portate da tutte le persone coinvolte, e anche a qualche livello delle nostre convinzioni, le dico che noi se non riusciamo a far interagire in armonia la nostra famiglia di origine ed il nostro partner, dobbiamo stare dalla parte di quest’ultimo/a.
Mi rendo conto che ciò possa essere un pensiero difficile in alcuni momenti da accettare, ma dobbiamo comportarci in questa maniera perché se è vero che la nostra famiglia di origine è il patrimonio che ci portiamo dietro affrontando la vita (il nostro “punto di partenza”), il nostro partner ed i nostri figli sono il nostro futuro, su cui abbiamo scommesso e che dobbiamo proteggere ad ogni costo.

sch4Ciò che lei dice quando afferma “io li conosco e anche se sbagliano ci passo sopra” riferendosi ai suoi genitori, vede Salvatore, vale per lei ma non per sua moglie.
Ella con tutta probabilità vive tutto un altro punto di vista.
E, anche se può essere faticoso, è proprio quello che dobbiamo privilegiare.

Vi è solo una occasione nella quale dobbiamo derogare a questo orientamento: quando vi è violenza o maltrattamento da parte del partner nei nostri confronti e/o nei confronti dei nostri figli.
In questo caso dobbiamo trovare la forza di uscire da una relazione coniugale fortemente dannosa per noi ed i nostri figli.
Restarci, significherebbe vivere in un mondo di conflitti, violenze, paura e non rispetto. E creerebbe ai nostri figli serie difficoltà psicologiche.
Rispetto a tutte le altre situazioni di conflitto familiare, è invece proprio con il nostro partner che dobbiamo fare alleanza.
Se la cosa diventasse troppo difficile o faticosa potremmo farci aiutare e consigliare da un esperto, per valutare al meglio come comportarsi e come procedere.

In sintesi quindi rispondo alla sua mail dicendo che è assolutamente indispensabile trovare un punto di equilibrio tra tutti i parenti in conflitto, ma quando ciò è impossibile (e alcune volte capita) noi dobbiamo stare dalla parte del nostro partner, anche se non siamo del tutto convinti che in un determinato frangente egli/ella possa avere ragione.sch5

Le chiedo di fare attenzione ad una cosa: stare dalla parte del nostro partner non significa che noi non dobbiamo interagire o mantenere con i nostri genitori un rapporto importante, continuo e significativo. Anzi.
Dobbiamo essere noi a chiedere ai nostri genitori di non farsi da parte, ma al contrario di essere se possibile ancora più presenti e protagonisti, anche se in un modo un po’ diverso da quello che magari avevano in mente: devono infatti starci vicini, comprenderci nella nostra fatica di andare d'accordo con il nostro partner, e non devono porci dei vincoli.
Dobbiamo farci aiutare da loro, ci devono dare coraggio e una visione positiva del futuro.
Ciò che abbiamo bisogno dai nostri genitori è di essere capiti e sostenuti, perché noi per primi siamo impegnati nel difficile compito di capire e sostenere il nostro partner.

La relazione con la nostra famiglia di origine va mantenuta e rinforzata, ma deve essere mirata a farci stare bene con la nostra nuova famiglia.

Non dovremmo mai trovarci nella situazione di “decidere” tra una o l’altra delle persone in conflitto.
Ma se succede, Salvatore, va privilegiato il futuro, che per forza di cose è con il nostro partner ed i nostri figli, non con i nostri genitori. 

 

sch6Ho letto il riferimento al matrimonio di suo fratello. Certamente lei non può perdere tale evento, ma deve essere sufficientemente forte da viverlo anche senza sua moglie e suo figlio, se questo è il desiderio finale della sua compagna, la quale, del resto, potrà poi riflettere sul suo proprio comportamento e insieme potrete poi parlarne.
Ma a cosa fatte.

Mi permetta una ultima riflessione.
Come abbiamo detto tante volte ci pare che oltre a noi anche i nostri figli soffrano per una situazione di conflitto con il nostro partner e con i nostri parenti.
Per farle comprendere cosa penso devo essere un po’ diretto, e le chiedo: cosa vorrebbero, se messi nella condizione di scegliere, i suoi figli? Pensa che vorrebbero vedere qualche volta di più i nonni, o avere papà e mamma che vanno d’accordo?sch7
Quando saranno più grandi, e lei e sua moglie avrete ritrovato la giusta armonia, loro potranno recuperare il tempo perduto con i nonni.
Fisicamente o tramite la vostra memoria. Perché è nella memoria che le persone vivono per sempre.

Le auguro ogni bene.
M. Schneider

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