La mia bimba di 15 mesi non è tranquilla, ed io con lei
Buongiorno Dott. Schneider,
sono mamma di una bimba di 15 mesi che vive solo con me in quanto io e il padre ci siamo lasciati quando lei aveva 8 mesi.
Noi abbiamo vissuto sia la gravidanza che tutto il periodo successivo, e forse un pò anche adesso, in maniera burrascosa...
Pur impegnandomi molto per farla stare tranquilla, non credo di riuscirci molto... ma soprattutto non so come comportarmi a volte per riuscire in questa impresa (evidentemente sono la prima a non essere molto tranquilla e a non riuscire a trasmettere questa tranquillità alla bimba). Magari poi mi sbaglio e mi sto preoccupando esageratamente, ma la bimba si lamenta spesso, non dorme tranquillamente la notte, e non vuole staccarsi neanche un attimo da me.
Potrebbe darmi qualche consiglio in merito?
Grazie mille e Buona giornata,
Elisa.
La risposta del Dott. Schneider:
Buongiorno Elisa,
la sua testimonianza è molto importante in quanto conferma lo strettissimo collegamento sul piano del benessere psicologico (ma direi anche in un senso più generale psicofosico) tra un bimbo di questa età (ancora un neonato) ed il suo ambiente circostante: è infatti noto e ormai più che provato che se l’ “ambiente” che accudisce il bambino (ovvero i genitori, la famiglia) è sereno, “prevedibile”, sostenuto e incoraggiato da altri (parenti, amici, ecc..), con una storia per quanto possibile libera da traumi e separazioni e con un progetto condiviso su cui investire e nel quale riconoscersi (lavorativo, di coppia, abitativo, ecc…), allora il piccolo potrà “permettersi” di essere tranquillo, di fidarsi e affidarsi ai genitori senza eccessive (ma soprattutto continuate ed evidenti) proteste, timori o difficoltà.
Venendo a quanto mi dice, se ben capisco ciò che caratterizza la sua storia è una fatica generalizzata nel trovare un equilibrio emotivo ma anche relazionale nuovo adesso che è separata (non da molti mesi, tra l’altro) ma anche prima, quando era ancora con il suo compagno (ha utilizzato molto efficacemente il termine “burrascosa”).
Vorrei anche dirle che a voi è capitato di separarvi in un periodo, quello degli 8 mesi, abbastanza critico per i bambini, che iniziano a far emergere alcune paure un po’ più strutturate come la paura dell’estraneo, che già da sole creano una accentuata sebbene passeggera diffidenza per i cambiamenti e le novità. Considerando la vostra storia e il fatto che la piccola oggi (per riprendere le sue parole) si lamenta, non è tranquilla, fatica a dormire serenamente e mostra un evidente timore nello staccarsi da lei io penso (se escludiamo come va fatto problematiche fisiche che nei bambini “0-3” si accompagnano tante volte a difficoltà nel comportamento, nell’umore e nell’adattamento) che non possiamo scartare completamente l’ipotesi che la sua piccola stia lanciando un piccolo o grande segnale di una sua qualche fatica rispetto alla vostra attuale situazione di vita.
In questo senso mi viene da associare quanto mi dice della sua piccola con queste sue parole “…evidentemente sono la prima a non essere molto tranquilla e a non riuscire a trasmettere questa tranquillità alla bimba…”).
Dico questo perché la psicologia tende in effetti ad associare le difficoltà di bimbi così piccoli con le fatiche dei genitori, non tanto per trovare delle responsabilità, quanto piuttosto per individuare delle vie per migliorare la situazione.
Forse dobbiamo iniziare a dirci che separarsi dal proprio partner con un bimbo così piccolo non è mai facile, soprattutto evidentemente per una mamma: “ristrutturarsi” cognitivamente ed emotivamente infatti mentre si cresce un bimbo piccolo da soli (non mi ha detto se ha degli aiuti, se la sua famiglia di origine le è vicina, ecc..) è un percorso, un obiettivo, un risultato, non un punto di partenza.Bisogna lavorarci e la strada, anche se si è “bravissimi” e con tanti aiuti vicini, è sempre abbastanza accidentata.
Pur dovendo precisare che un bimbo piccolo è sempre molto impegnativo da crescere anche per due genitori sereni e che vivono insieme aiutandosi, e che alcuni bimbi sono naturalmente più calmi e “facili” di altri (è una questione di carattere o, se vogliamo utilizzare un termine psicologico, di “temperamento”) qualcosa è comunque possibile fare per migliorare la situazione.
Gli sforzi che lei sta facendo verranno ricompensati anche con una maggiore serenità della sua piccola quando entrambe voi percepirete la vostra situazione come (è un mio pensiero, che eventualmente potremo discutere) meno precaria, meno difficile e più “normale” di quella che vivete adesso. Le dico questo perché i segnali che lei mi descrive provenire dalla sua bimba appartengono a qualche livello al gruppo dei segnali di “allerta”, che solitamente si hanno in bimbi che percepiscono il loro ambiente di vita non così stabile e prevedibile come dovrebbe essere.
Le faccio molti auguri, nella speranza di averle offerto qualche spunto di riflessione e un piccolo aiuto per la sua situazione.
M. Schneider.
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